Scende la sera, immobili sono i prati. Il gorgogliare del ruscello assetato silente tutto il giorno si leva di nuovo. Abbandonata è la quasi falciata pianura, silenziose le stoppie..........E lontano sul puro orizzonte vedi pulsante per la prima stella il liquido cielo sopra la collina.

sabato 5 maggio 2012

Ci sono cieli che non cambiano mai ed altri che in poche ore mutano colore e luci ad un ritmo vertiginoso. Questa mattina ore 6.00 colore dominante bianco latte, aria di silenzi e profumatissima, il cielo della notte che lascia a quello del giorno qualche striatura di immobilità. La vita che si risveglia fa da contrappunto al cielo sospeso nel suo respiro. Ore 7.00 si capisce che il sole non si è dimenticato di noi e l'azzurro comincia a declinarsi in tutti i toni dal celeste all'avio. Nuvole all'orizzonte: nessuna. Ore 8.00 un borbottio lontano fa prevedere vento e con lui chiazze di nuvole, cumuli e cirri. Sono ancora lontani quei batuffoli di cotone stropicciati e solo le cime degli alberi secolari cominciano a fremere. Nel sottobosco tutto è calmo. Ore 8.00 comincia a brontolare il tetto, le tegole sono attraversate da raffiche e mulinelli d'aria impazzita e la tenda sul terrazzo sembra una vela tanto si gonfia. Rumore di lamiera che si muove e di voci che cercano di sovrastare il rombo del vento. Sembra una moto appena accesa con il motore ingolfato che piano piano si schiarisce la voce e poi grida assordando anche chi è protetto dal casco. Ore 9.00 il cielo è di un celeste azzurro terso dove le nuvole sembrano lì per una visita casuale, il vento aiuta a liberare l'aria che respiriamo da umidità ed odori. Solo profumi e, le foglie degli alberi per gli scrosci d'acqua dei giorni scorsi sono lucidate e smaltate, brillano e risplendono con guizzi di riflessi simili a cristalli. Una vespa entra in una lanterna di ferro battuto sul davanzale. Istinto omicida latente, nulla a che vedere con la dolcezza che mi ispirano le api! Ore 11.00 il vento è sempre più arrabbiato solo le foglie riescono ad ammansirlo facendogli attraversare la loro superficie come alle lame affilate una pista di pattinaggio. Ma il vento cambia le carte in tavola e scivola via delicatamente come una carezza improvvisa. In alto sopra le punte più alte degli olmi e dei tigli il suo vocione stride con tanta delicatezza e non cessa di intimorire. Ore 12.00 il calore mi porta a desiderare di stendere un bucato, è la giornata perfetta per i panni stesi che volano e si asciugano legati ai fili con mollette coloratissime. Ci ripenso vorrei usare le ore serali del risparmio energetico ma se continua a soffiare in questo modo inquieto cederò allo spreco ed al rialzo della bolletta pur di vedere le lenzuola e gli asciugamani stirarsi al sole e profumarsi d'aria. Peccato che non abbia un prato con vecchi fili appuntati a pali di legno robusto e sbiadito dove, un tempo, ci si poteva divertire a giocare facendo imbufalire le massaie. Ore 13.00 preparo velocemente il pranzo, pasta al sugo, non voglio perdermi neppure un'ore del giorno oggi, irreale giorno di primavera in una pianura imbevuta di umidità fino al midollo e restia a mostrarsi in tutta la sua putrida veste. Sul calendario devo mettere un segno rosso per ricordarmi che le zanzare sembrano appartenere ad altri lidi, oggi non ci sono, il vento e le rondini le hanno minacciate e si sono nascoste. Potrei aprire le finestre ed alzare quei tessuti fitti come i nugoli di insetti in estate, fare entrare aria e vento, spazzare via dalla casa le sciabolate del freddo e dell'umidità patite nei giorni scorsi. Ore 14.00 spalanco le finestre e respiro. Socchiudo gli occhi, sospettosa, annuso l'aria, non sono tranquilla. Il vento aumenta, il tendono sbanda e sbatte contro l'intelaiatura che lo imprigiona, vortici e boati soffusi si mischiano ad una radio accesa ed alla musica di tempi lontanissimi. Vorrei legare il tempo ad una croce e, pregarlo, non farlo scappare via con le correnti roboanti di questa splendida giornata. Come potrei fermare tutti i suoni che investono la mia pelle con ondate di ritmi diversi a seconda dell'ora e delle correnti del cielo. Mi fermo, con le parole cerco di imprigionare ogni senso ed ogni contatto trasmesso via aria al mio sentire. Il tentativo sembrerà patetico e vano ma ci sono giorni in cui il cielo vien voglia di respirarlo tutto e di metterlo in una pennellata od in una parola tanto è avvolgente!

Nessun commento:

Posta un commento