Scende la sera, immobili sono i prati. Il gorgogliare del ruscello assetato silente tutto il giorno si leva di nuovo. Abbandonata è la quasi falciata pianura, silenziose le stoppie..........E lontano sul puro orizzonte vedi pulsante per la prima stella il liquido cielo sopra la collina.

martedì 1 maggio 2012

Ho rivisto la scena della nebbia nel film "Amarcord". Il nonno che si perde fuori dal cancello, che gli sembra di non stare in nessun posto, che non sente più nulla, sparito tutto, la gente, gli alberi, il vino. Non trova più la sua casa e solo un amico che passa con un carretto trainato da cavalli lo riporta alla sua casa, vicinissima. Non vedeva quella nebbia dal 1922, una nebbia bianca, fitta, palpabilissima, che ti lascia le gocce sulla pelle, un aerosol di aria ed acqua profumata di mare. Io ne ricordo una simile ma in montagna, in pieno luglio. Al mattino una nebbia che ho fotografato simile a quella autunnale, la stagione si percepiva dai colori dellìerba presso il sentiero, dal verde degli alberi, un verde brillante che la nebbia non stingeva. Di pomeriggio è tornato il sole estivo e quasi ero dispiaciuta per quel silenzio ovattato che se ne era andato via. Perfino gli uccelli tacevano e solo qualche ramo spezzato o il terriccio sotto i piedi che scricchiolava erano i suoni percepiti. Si camminava a passo lento senza fretta, in religioso silenzio. Ci sono momenti condivisi con la natura che ti circonda che paiono sacri anche a chi non crede in un qualsiasi Dio! Per chi ci crede è come pregare mentre si cammina o si respira, il vissuto percepito presso certi luoghi diventa qualcosa da proteggere dalle battute o da un sorriso, un caro ricordo simile ad un fuoco da tenere acceso, braci da conservare. Penso all'Eremo delle Carceri ad Assisi, a Santiago de Compostela all'entrata nella cattedrale o lungo il cammino, nei boschi e lungo strade percorse da pellegrini provenienti da ogni luogo e tempo! Poi ci sono i boschi di montagna, quelli di larici e pietre, di pini e macchie di rododendri, ci sono i percorsi segnati dalla memoria, con mio nonno che mi insegnava i nomi dei fiori e delle piante.....quello che di sacro la vita dona alla memoria, attimi od ore che entrano nel sangue e sono come unguenti miracolosi quando l'anima ne richiede l'intervento.

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