Scende la sera, immobili sono i prati. Il gorgogliare del ruscello assetato silente tutto il giorno si leva di nuovo. Abbandonata è la quasi falciata pianura, silenziose le stoppie..........E lontano sul puro orizzonte vedi pulsante per la prima stella il liquido cielo sopra la collina.

giovedì 3 maggio 2012

Alla bambina che sono stata, a quella che vedo vivere e trasformarsi in mia figlia. Al padre, puro istinto di sopravvivenza, alla madre, dolce e generosa. Ai sogni che non sono stati trasmessi a quelli che sono stati partoriti, alla natura ed allo spirito che fanno parte o combattono dentro di noi, al microcosmo della famiglia ed al macrocosmo dell'universo. Agli stravolgimenti di un giorno, agli incantamenti di un'ora, alla spontaneità delle visioni ed al suono delle voci, a quei momenti che ancora risuonano come un'eco lontana ma allo stesso tempo vicinissima. Le grandi domande sulla vita spesso trovano risposta nell'erba che cresce o in un fiore che marcisce in un vaso, la natura viene ripresa dai nostri sguardi, le creature sono percepite da tutti i sensi e poi si cresce, aumenta l'altezza e la vertigine che si prova è immensa. Si scoprono le menzogne degli adulti che vengono propinate ai bambini, ci si arrabbia per quelle menzogne un tempo verità assolute, si tenta di trasformarle in certezze, di dargli un fondamento scientifico. A volte ci si riesce, altre no! L'equilibrio raggiunto dalla risposta alla domanda: "Che persona voglio essere?". Le spiegazioni date e la bellezza dell'accettazione della vita e della morte sono una ricerca che spesso rimane tale! A quella bambina chiedo scusa e dico: "grazie!"

Nessun commento:

Posta un commento