Scende la sera, immobili sono i prati. Il gorgogliare del ruscello assetato silente tutto il giorno si leva di nuovo. Abbandonata è la quasi falciata pianura, silenziose le stoppie..........E lontano sul puro orizzonte vedi pulsante per la prima stella il liquido cielo sopra la collina.

venerdì 4 maggio 2012

Io dissi alla mia anima Taci e lascia che scenda su di te la tenebra Che sarà la tenebra di Dio. Come in un teatro si spengono le luci Per cambiare la scena con cupo rombo D’ali con moto di tenebra Su tenebra E noi sappiamo che le colline e gli alberi Il panorama lontano E l’ardita facciata imponente Tutto viene arrotolato via – O come quando un treno sotterraneo Nella metropolitana si ferma troppo a lungo Tra due stazioni e la conversazione Sorge per poi a poco a poco Perdersi e svanire nel silenzio e vedi Dietro ogni faccia spalancarsi Il vuoto mentale lasciando soltanto Terrore cosciente che non ci sia nulla A cui pensare; o quando sotto l’etere La mente è cosciente ma cosciente Di nulla – Io dissi alla mia anima Stai quieta e attendi senza speranza perché la speranza Sarebbe speranza per le cose sbagliate; attendi Senza amore perché l’amore Sarebbe amore per le cose sbagliate; resta La fede ma la fede e l’amore e la speranza Sono tutti nell’attendere. Attendi Senza pensiero, perché tu non sei pronto Per pensare: così la tenebra Sarà luce, e la quiete la danza. (T. S. Eliot, Quattro quartetti, East Coker, III)

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