Scende la sera, immobili sono i prati. Il gorgogliare del ruscello assetato silente tutto il giorno si leva di nuovo. Abbandonata è la quasi falciata pianura, silenziose le stoppie..........E lontano sul puro orizzonte vedi pulsante per la prima stella il liquido cielo sopra la collina.

mercoledì 28 luglio 2010

Neuroni, anima e .....vecchi merletti

C'è un detto popolare che dice: "Il male che fai ti ritorna." L'odio che provi ti infetta, l'invidia ti corrode l'anima. Al contrario fare del bene a qualcuno ti fa stare bene insieme a lui. Pare che a presiedere questo meccanismo siano i neuroni a specchio, ovvero se guardi qualcuno con lo sguardo dell'amore, quello che prova l'amato lo provi anche tu per empatia, attivando dei circuiti neuronali nel cervello che ti fanno provare le sue stesse emozioni. Se prova gioia, amore, paura, dolore, nel tuo cervello si mettono in funzione delle connessioni fra neuroni per cui anche tu proverai gioia, amore, dolore, ed in questo modo si instaura un legame, si crea una relazione. Io sono curiosa e vorrei sapere come puoi spegnere dall'oggi al domani queste connessioni, come una lampadina che scoppia e non funziona più, come si riesce a chiedere al cervello di far finire un amore. L'anima fa molta resistenza. Il cervello con le sostanze chimiche prodotte dagli ormoni e le connessioni neuronali simili ad un circuito elettrico dovrebbe aiutare un essere a liberarsi più facilmente da quello che prova, sopravvivendo alla discarica emotiva di chi non ti ama più. Non corrispondono i tempi, come se il cervello e l'anima funzionassero su due lunghezze d'onda diverse. Mettiamo pure che ogni individuo ha tempi e modi peculiari del suo essere come le impronte digitali e non c'è possibilità di intervenire. Nessuna teoria, calcolo, immissione di dati in quel computer che è il cervello possono darci la ricetta per guarire da una delusione d'amore. Come nelle scatole cinesi i sentimenti si trovano in una scatola, la razionalità in un altra, l'interruttore delle emozioni in una terza, il buon senso nella quarta, nelle ultime ci sono le occasioni perdute, la fortuna, il caos. Più invecchi e più scatole hai da aprire, suppongo, e perciò meglio affrontare un giorno per volta e dare al presente più voce in capitolo per non farsi paralizzare dai rimpianti e per guardare a viso aperto verso il futuro. "L'acqua che scorre dei fiumi è la prima di quella che viene e l'ultima di quella che andò. Così il tempo presente!" Leonardo da Vinci conosceva il segreto della vita e dell'anima che, si perde a volte alla ricerca di un senso che non troverà mai. Così dev'essere e non c'è nulla da fare tranne osservare il nostro ridicolo affannarci per trovare soluzioni e risposte. Continuare a vivere non voltando la testa all'indietro, non guardare più quello che è stato ma immaginare quello che verrà: questa è la mia personale ricetta.Il condimento è fornito dalla ditta - FORTUNA & D. - In un film degli anni '30 " Arsenico e Vecchi Merletti " Cary Grant doveva combattere contro l'assurdo senso di protezione delle sue zie verso gli estranei che venivano assassinati, avvelenati per dar loro la tranquillità, la pace eterna che meritavano, in contrapposizione alle richieste della sua giovane sposa che gli chiedeva di partire verso il futuro, in viaggio di nozze. Una commedia degli equivoci magistralmente scritta ed interpretata che veste il passato di oscurità e demenza, tenerezza e follia. Mentre il futuro ha gli abiti ed i colori di un taxista che è pronto per correre lontano dal passato, salutando il presente come fanno i bambini con le mani spalancate. Consiglio di vedere questo film per le risate e la serietà dei temi affrontati, usando l'umorismo più nero per alleggerire gli argomenti trattati. Arsenico e neuroni in questo caso si incontrano per dar vita ad esilaranti situazioni. L'amore forse e un veleno che a piccole dosi si trasforma in elisir di lunga vita.

4 commenti:

  1. Ciao Tiziana,
    ho visto il tuo commento su un mio vecchio post e sono subito passata a trovarti.
    Rispondo a quello che mi hai scritto e perdonami se non centra nulla con il tuo bellissimo post...
    E' bellissimo quello che fai con tua figlia e sono assolutamente convinta che sia molto meglio del correre da una attività all'altra,da uno sport all'altro senza nemmeno il tempo di pensare o costruire un rapporto madre-figlia.
    Mia figlia ha quasi 12 anni ormai e adesso ha davvero bisogno di una figura femminile che le stia accanto, con la quale parlare e confrontarsi, che la prenda per mano nel difficile cammino della crescita. Lei sa chi sono e io so chi è lei (almeno spero!!!) ed è una cosa che, seppur sembra ovvia, in realtà non lo è affatto!!!
    Un bacio
    Francesca
    P.S. Ripassa a trovarmi quando vuoi!!!

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  2. Grazie delle bellissime parole.....

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  3. Io applico da una quindicina d'anni la tua stessa ricetta e solo grazie ad essa sono riuscita a salvarmi. Un'altra cosa che bisogna imparare a fare è "volersi bene": occorre imparare a coccolarsi, a concedersi momenti anche solo per noi. Certo man mano che i figli crescono diventa più facile farlo ma credimi, prima inizi e meglio è, e non solo per te ma anche per chi ti vuole bene.
    Il film "Arsenico e Vecchi Merletti" l'ho visto più volte ed è "follemente" delizioso.

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  4. Sto esercitandomi quotidianamente a non voltare la testa indietro tranne quando attraverso una strada o devo orientarmi geograficamente. Adoro fissare nella memoria alcune immagini collegandole a determinati istanti del mio vissuto perciò la fisioterapia dell'anima che sto attuando è impegnativa e stancante allo stesso tempo. Ho l'impressione di imparare a camminare per la seconda volta, inciampo, cado e devo rialzarmi. In passato ho dovouto seguire delle cure specialistiche per riattivare le funzioni dell'anima ferita così in profondità da essere quasi scollegata dal corpo. Con vari esercizi e tanto impegno profuso settimanalmente ho letteralmente ricostruito l'architrave del mio essere. Sono orgogliosa di esserci riuscita,allora, con l'aiuto di un buon capomastro: oggi devo riprendere ad esercitarmi nello stesso modo. Volersi bene fa parte della terapia ma non è tutto. La prospettiva della tua esistenza cambia e tu con lei, devo essere più flessibile ed aperta verso te stessa, leggersi dentro e respirare a pieni polmoni. Il dolore ti snatura, cambi perfino modo di respirare, cerchi posizioni antalgiche e perdi la scioltezza anche del pensiero non solo dei tuoi movimenti. Rieducare un corpo dopo mesi di coma è un'impresa, rieducare un'anima dopo anni di emozioni e pensieri soffocati e compressi in uno spazio limitato è un'avventura. Donare se stessi con tutto il cuore è l'ABC dell'amore ma qualche volta ti ritorna indietro una massa informe, fatta a brandelli. Reminescenze di cucito e di ricamo possono essere d'aiuto ed i primi punti sono quelli che determineranno la buona riuscita del rammendo. Fammi gli auguri Ornella, ne ho bisogno!

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