Scende la sera, immobili sono i prati. Il gorgogliare del ruscello assetato silente tutto il giorno si leva di nuovo. Abbandonata è la quasi falciata pianura, silenziose le stoppie..........E lontano sul puro orizzonte vedi pulsante per la prima stella il liquido cielo sopra la collina.

sabato 6 novembre 2010

I bari metafora dell'ingiustizia e del tradimento.


Una mano mette o prende delle carte da una tasca, appena sotto la cinta, quindi sul ventre.Ma la mano è disegnata male perchè manca il pollice e poi il mignolo è più grande dell'indice. Deve essere un pittore approssimativo. Risalendo lungo il braccio scopriamo una nuca dove dovrebbe essere il viso ma allora torniamo alla mano e, scopriamo che è al contrario. Il pollice è sotto, nascosto, allora la tasca non sta sul ventre ma sulla schiena. La torsione del braccio ci dice che il gesto avviene di nascosto. Cerco l'altra mano, poggia sul tavolo con altre carte in mano.
Un gioco di carte anche se sul tavolo c'è un back gammon. In fatti vedo altre due mani con le carte, l'altro giocatore, ma sul tavolo poggia una quinta mano, guantata. Troppe carte, troppe mani ed un coltello alla cintola. Qualcosa non va su questo tavolo. Il viso di uno dei giocatori è teso, l'altro placido, angelico. Merletti ai polsi e al colletto, una veste ricca. Sono due adolescenti ed uno gioca un gioco più grande di lui. Voglio scoprire il padrone della mano guantata. Lo immaginavo, il complice che truffa il povero angelo con le carte dicendo all'altro cosa ha in mano. E' un uomo che vive di espedienti, ha i guanti rotti ed è l'ideatore della truffa: più adulto ha probabilmente addestrato l'altro baro. E' lui il cattivo genio, quello che sta derubando l'innocente.
Ma io non voglio che l'angelo perda ingiustamente. Lo avverto, guardati alle spalle, attento! Non mi sente, alzale quelle carte!
Sono ridicolo: sto parlando ad un quadro che mi sta raccontando un piccolo dramma.
LA VITTORIA DEL DISONESTO SU CHI CREDE ALL'ONESTA'. Parlo a quei due volti che questo pittore magistrale, altro che approssimativo, ha messo vicinissimi. Perchè li conosco, sono un pezzo della mia vita. Quando ho creduto nella buona fede e sono stato sconfitto da chi giocava con carte truccate. Quando ho perso l'innocenza ad opera di un uomo che si presentava come amico. Come quello lì, quello che aggrotta la fronte e recluta un picciotto qualsiasi promettendogli ricchezza, lo compra e lo rovina.
Dio, questo quadro è eterno: un giovane perderà tutti i suoi soldi. L'altro prima o poi la libertà. Quante volte ancora i giovani dovranno perdersi ascoltando le bugie degli adulti. Ora capisco cosa mi agita in questo quadro: l'INELUTTABILITA' DELLA SOPRAFFAZIONE, che si ripete, identica nei secoli.
Se stato così bravo pittore a descrivere l'ingiustizia da farmi pensare che uccidesti quel ricco prepotente al gioco della palla corda davvero per una scorrettezza e non per questioni di donne. Avevi fama di attacabrighe, MICHELANGELO MERISI DA CARAVAGGIO, ma guardando i tuoi bari oggi, sospetto che fossi solo troppo insofferente all'arroganza.
CARAVAGGIO: testo di Luigi Ceccarelli
Il quadro "I bari" 1594 si trova al Kimbell Art Museum di Fort Worth.

2 commenti:

  1. Splendido post, l'ho gustato dalla prima all'ultima riga!
    Quanta amarezza nel constatare che molti giovani, da noi cresciuti inculcando loro valori come onestà, rettitudine, rispetto, senso del dovere, solidarietà saranno poi ineluttabilmente sopraffatti da chi è la negazione vivente di tutti quei valori. Quanta amarezza e quale sconforto nel constatare che a trionfare, oggi più di ieri, è il male sul bene!

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  2. Usare un quadro per parlare di giustizia ed onestà, e che quadro, è stata un'idea che mi ha colpito ed entusiasmato.Il Signor Ceccarelli è stato geniale e profondo nel descrivere il quadro che sicuramente lo ha entusiasmato ma, mettere a confronto la scena con i problemi giovanili ed i loro punti di riferimento oggi come ieri opinabili e distruttivi,un vero colpo da maestro. Non sempre trionfa il male sul bene, quelle poche volte che non succede non gli diamo la giusta attenzione, fa poca audience suppongo. Ricordo quel barbone che difese una ragazza da uno stupro e fu ricoverato con trauma cranico ed in coma. Al suo risveglio lei c'era a ringraziarlo e non è morto per le percosse subite. Quelli che si trovano ai margini della società a volte sono più umani di chi dovrebbe ringraziare ogni nuovo giorno di vivere con i privilegi che gli sono concessi per nascita o merito sociale. Parlo di merito ma dovrei accantonare questa parola perche non si vuol più dimostrare nulla ma piuttosto ottenere tutto senza fatica, senza conquistarselo. Appena si accorgono che gli adulti passerebbero sopra il loro cadavere per raggiungere i loro scopi i giovani fanno la stessa identica cosa e si trasformano in cacciatori professionisti. Niente fucile, bombe a mano e lancia fiamme per superare quei vecchiacci e portargli via quello che non vogliono mollare. Queste parole le ho sentite dire a degli adolescenti in un parco, forse usavano un linguaggio più grande di loro ma il senso era chiaro e preciso. Altro che problemi generazionali! In questo caso c'è un fossato invalicabile tra le coscienze e si sta edificando un muro che in confronto a quello di Berlino sembra raggiungere altezze vertiginose. Amarezza e disincanto ecco quello che provo ma poi mi smentisce la realtà con un solo gesto od esempio eclatante che mi fa pensare quanto sia buffa la vita. Temi che tutto non abbia più un senso ed ecco che sbuca da dietro l'angolo proprio quello che cercavi di trovare ed era lì a portata di mano. C'è una leggenda che sostiene che fino a quando sulla terra ci saranno almeno tre giusti fra gli uomini, puri di cuore e con la ragione cristallina, l'umanità verrà da loro salvata e non si estinguerà autodistruggendosi. Gli dei avranno pietà se fra i miliardi di esseri umani almeno tre saranno simili a loro. Infantile crederci? Può darsi ma aiuta e fa piacere credere ad una leggenda dopo aver letto i giornali al mattino ed avendo le budella rivoltate dalla nausea.

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