Scende la sera, immobili sono i prati. Il gorgogliare del ruscello assetato silente tutto il giorno si leva di nuovo. Abbandonata è la quasi falciata pianura, silenziose le stoppie..........E lontano sul puro orizzonte vedi pulsante per la prima stella il liquido cielo sopra la collina.

giovedì 7 ottobre 2010

Luci ed ombre


Ho scoperto un passo da un'opera di Jorge Luis Borges, - Elogio dell'ombra - che vorrei condividere in questo post con coloro che amano la poesia, quella vera e non scimmiottata, che ammirano gli uomini abili a modellare le parole ed i pensieri come creta, capaci di creare idee e con la dialettica di condividerle con i loro simili, in grado di evocare la fatica del vivere con la leggerezza della sintassi: J.L. Borges appunto!
....Per opera di un incantesimo
nacqui stranamente da un ventre.
Vissi stregato, prigioniero di un corpo
e di un'umile anima.
Conobbi la memoria,
moneta che non è mai la medesima.
Il timore conobbi e la speranza,
questi due volti del dubbio futuro.
Ed appresi la veglia, il sonno, i sogni,
l'ignoranza, la carne,
i tardi labirinti della mente,
l'amicizia degli uomini,
la misteriosa devozione dei cani.
Fui amato, compreso, esaltato e sospeso a una croce.....
Gli occhi Miei videro quel che ignoravano:
la notte e le sue stelle.
Conobbi ciò ch'è terso, ciò ch'è arido, quanto è dispari o scabro,
il sapore del miele e della mela
e l'acqua nella gola della sete....
la voce umana, il suono di passi sopra l'erba.....
l'alto gridio degli uccelli.
Ho conosciuto pure l'amarezza....
Domani sarò tigre fra le tigri
e dirò la Mia legge nella selva,
o un grande albero in Asia......
- In un giorno dell'uomo stanno i giorni del tempo -
In un secondo post affronterò la poesia "l'Elogio dell'ombra" perchè merita una nicchia tutta sua, tale è la preziosità dei pensieri espressi. Già questi non scherzano per contenuti e profondità. Ognuno di noi può interpretare questi versi seguendo il filo delle proprie emozioni e delle proprie esperienze. Ogni pensiero può farlo suo oppure inserirlo nel quadro della sua memoria in attesa di decifrarlo del tutto. Mi ha colpito la frase: - Gli occhi Miei videro quel che ignoravano.....Vero, ognuno di noi improvvisamente scopre di avere davanti agli occhi ciò che cercava o che non vedeva perchè macroscopicamente invadeva il campo visivo della nostra mente. Spesso scorgiamo i dettagli ed il quadro d'insieme ci sfugge. Così è accaduto a me in questi ultimi anni ed il cielo terso, oppure le stelle non sono altro che le verità che illuminano improvvisamente le nostre vite. Lasciano senza fiato è vero ma vale la pena di scorgerle e farle nostre per apprezzare nuovamente quegli spazi infiniti che dimorano dentro le nostre anime e che spesso non liberiamo per paura di essere, di ridicolizzare il nostro "Io" smisurato e permaloso, refrattario alle rughe, ai segni del tempo, privo di ironia ed in poche parole ingessato, immobile, una statua di cera ricoperta di polvere. Così ero io fino all'anno scorso e riaccendere connessioni neuronali anchilosate ed arrugginite costa fatica e dolore ma se si vuole sopravvivere a sè stessi questo dobbiamo fare: spostare le nostre ombre verso un cielo, una luce, verso un presente che le definisca con precisione prima che superino i confini della nostra anima, inghiottendo nel buio ogni nostra risorsa vitale. Le parole: quale magia per la mente umana tradurre attraverso quei segni, quei suoni, l'intero universo sparso fra le cellule di ogni specie e genere. Noi uomini siamo diventati quello che siamo, nel bene e nel male, grazie alle parole ed al loro suono, alla scrittura ed alla memoria. Ciò che di meglio l'uomo ha fatto dell'uomo si trova in quei piccoli segni, incisi sulla cera, vestiti d'inchiostro, dipinti su pietra, disegnati su pelle di capra e colorati con le terre ed i minerali, e Borges li usa per tradurre e rendere il suo pensiero diverso da quello degli animali, uomini compresi. Grazie Borges ed a tutti i poeti come lui, di ogni tempo e luogo, noi siamo degli esseri pensanti e non solo esistiamo, soddisfando i bisogni primari. Le parole accarezzano le nostre anime, le scaldano e le illuminano senza privarle della libertà di mostrarsi per quello che sono. Anche la musica può tradurre tutto ciò mirabilmente, penso a Mozart che parlava con i suoni descrivendo ogni aspetto della vita degli uomini. Mi fermo, voglio continuare a leggere e digerire il resto del libro senza far indigestione e senza nauseare un ipotetico lettore. Vorrei tanto che questo testo si leggesse anche a scuola, i bambini possiedono il raro dono di comprendere senza pregiudizi ne costruzioni mentali aberranti. Non sono ancora adulti e non ci sono mura difensive nelle loro menti. Buona lettura: il testo è edito da ET Einaudi - titolo, "Elogio dell'ombra"

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