Scende la sera, immobili sono i prati. Il gorgogliare del ruscello assetato silente tutto il giorno si leva di nuovo. Abbandonata è la quasi falciata pianura, silenziose le stoppie..........E lontano sul puro orizzonte vedi pulsante per la prima stella il liquido cielo sopra la collina.

mercoledì 18 agosto 2010

Strano come una finzione

Dal film "Vero come una finzione": - Quando dette un morso al bavarese allo zenzero Harold ebbe finalmente l'impressione che tutto sarebbe finito per il meglio. Qualche volta quando ci ritroviamo persi tra paura e sconforto, tra routine e perseveranza, tra disperazione e tragedia, dobbiamo ringraziare Dio per l'invenzione del bavarese allo zenzero, e per fortuna anche in mancanza di biscotti possiamo sentirci rassicurati dal tocco di una mano amica o da un gesto gentile ed affettuoso, o da un discreto incoraggiamento a prendersi cura di sè, o da un caldo abbraccio, o da un'offerta di conforto, per non parlare di barelle d'ospedale, tappi per il naso in piscina, o dolci danesi avanzati, segretti detti sottovoce, una telefonata dall'aeroporto........e magari un occasionale racconto. E dobbiamo ricordare che tutte queste cose, le sfumature, le anomalie, le sottigliezze che riteniamo marginali nella nostra vita quotidiana esistono, invece, per un motivo molto più alto e nobile. Sono qui per salvarci la vita. So che l'idea può sembrare strana ma sono sicura che guarda caso è anche vera. E così avvenne che fu un orologio da polso che salvò la vita di Harold C." Dalla voce della doppiatrice di Emma Thompson a noi. STRANGER THAN FICTION è il titolo originale: Strano come una finzione e non vero come una finzione. Gli italiano amano stravolgere il senso dato ad un titolo di film o romanzi come pochi altri nel mondo. Strano e vero sono due termini completamente diversi e danno al film un significato diametralmente opposto. Vero è che le piccole cose, i piccoli gesti quotidiani, una parola, un tono di voce, un dono inaspettato, un abbraccio, un dettaglio per i più insignificante fanno la differenza nella nostra vita. Poco fa ho ricevuto la telefonata da mia figlia ed il telefono tanto insopporttabile sul lavoro oggi è maledettamente magico e meraviglioso. Meucci e Bell inventandolo mi hanno reso felice, la fatica del vivere degli ultimi mesi è stata cancellata da quel saluto, dalla certezza che lei è ritornata qui fra noi ad illuminare ogni istante della sua e della nostra esistenza. Sto cucinando un arrosto e preparando un dolce, scrivendo e leggendo, ascoltando musica e guardando fuori dalla finestra. Niente di ciò che sto facendo sembra importante e vitale ma il senso di tutte queste azioni è arricchito dalla consapevolezza che chi amo veramente sta tornando a casa. Tutto assume un colore ed un'atmosfera diversa e la luce sconfigge ogni recriminazione, pensieri tristi, gesti faticosi, la pesantezza di un collo indolenzito a furia di guardare indietro. Strano come una finzione, strano come la realtà che spesso supera ogni aspettativa, ogni fantasia, apparendo irreale, quasi finta. Abituata a non colorare neppure i pensieri, a scorgere solo ombre e non ciò che sta al di fuori dei loro contorni, un improvviso, felice cambiamento riempe di luce anche gli spazi più oscuri dell'anima. Richiudere la porta in faccia a quella luce è più difficile questa sera. Non è aspettando qualcosa di meglio che si ritorna a vivere, piuttosto desiderare ciò che già si possiede e goderne a pieno questo sì fa la differenza. Buona serata a tutti!

2 commenti:

  1. Anche perchè ciò che già possiedi è di quanto meglio possa esistere al mondo: tua figlia!

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  2. Vero! Essere consapevole delle proprie fortune dovrebbe rendere simile ad una cornice quello che un quadro non lo diventerà mai: il mio matrimonio per esempio, certi rapporti d'amicizia o di conoscenza superficiali, interessati e non sinceri. Non tollero l'opportunismo quando si tratta di rapporti interpersonali. Dono me stessa con tutto il cuore ma se sento solo l'odore di bruciato cerco di non farmi spellare viva. Sono stanca di sprecare le mie risorse ed energie disperdendole in nome di qualcosa che non è nemmeno lontanamente paragonabile all'amicizia, alla "pietas" cristiana o al semplice aiuto che gli umani chiamiano solidarietà. Strano come la finzione mi ha ricordato che per ottenere qualcosa molti fingono interesse od empatia approfittando della tua buona fede. Tu sai di cosa parlo Ornella e, ci ricasco proprio quando sono sicura di essere più abile ad identificare quei parasiti. Mia figlia e pochi altri mi ricordano cosa significa amare con tutto il cuore senza volerti usare. In montagna dove la solidarietà è importante anche per sopravvivere ad un incidente, bastano poche parole, uno sguardo, per capire se puoi contare su qualcuno oppure è meglio cercare di uscire da una situazione pericolosa con le proprie forze. Spesso ti confronti con la natura e non puoi ricevere l'aiuto di nessuno. Il confronto con gli altri tuoi simili ritengo sia diventato più difficile di un dirupo da attraversare, un fiume da guadare, una cima da raggiungere, tranne che nei luoghi dove le comodità non esistono e la sincerità è direttamente proporzionale alle difficoltà della vita quotidiana. Tra i miserabili ed i poveri della terra spesso scopri una solidarietà antica come l'uomo e, non è retorica, molti l'hanno sperimentata facendo volontariato in Africa od in Asia come infermieri o medici. Mi hanno raccontato fatti e storie da farti rabbrividire per la gioia, l'intensità e la difficoltà della situazione. Guardare negli occhi mia figlia significa anche continuare a vedere il lato migliore della nostra umanità, ecco perchè ritengo un privilegio viverle accanto, vederla crescere e partecipare alla sua vita.

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