Scende la sera, immobili sono i prati. Il gorgogliare del ruscello assetato silente tutto il giorno si leva di nuovo. Abbandonata è la quasi falciata pianura, silenziose le stoppie..........E lontano sul puro orizzonte vedi pulsante per la prima stella il liquido cielo sopra la collina.

giovedì 5 agosto 2010

Iran: istruzioni per dimenticare

Ho appena letto che in Iran hanno pubblicato dei fumetti in cui si sostiene la teoria negazionista dell'olocausto. I campi di concentramento sarebbero un'invenzione della razza e cultura ebraica. Gli Ebrei sono esseri umani appartenenti allo stesso genere di quei mistificatori e la loro cultura ha permeato l'Europa intera e tutti quei luoghi dove la loro diaspora li ha portati a vivere nel corso dei secoli. Hanno dato e raccolto stimoli in tutti i campi del sapere, un do ut des raramente messo in pratica da altre civiltà. La cultura ebraica, greca e latina sono il basamento su cui si è innestata la cultura europea che è arrivata fino a noi oggi debitrice di queste tre splendide civiltà oltre che di mille altre influenze,(araba,etrusca,assiro-babilonese,sumerica,.......) mai sazia, mai del tutto soddisfatta e, sempre pronta a recepire e trasformare il meglio di tutte le altre culture per progredire. Ecco perchè studiando la storia dell'Europa quando troviamo genocidi, olocausti, persecuzioni politiche e religiose esplose in guerre e, studiamo come un controcanto le affinità elettive tra le varie contaminazioni culturali, ringraziamo il cielo che i milioni di morti e di perseguitati abbiano lasciato scritti, opere d'arte, manufatti,documenti, testimonianze orali, fotografie, canzoni e poesie, musica e perfino un semplice appunto in una lettera, l'ultima, inviata da David Berger nel 1941 da Vilna prima di essere deportato.
Queste poche parole vorrei leggessero i creatori di quel fumetto ed accompagnerei di persona quelle persone per guidarli nella visita dello Yad Vashem, museo di Gerusalemme, al suo Central Database of Shoah Victims' Names.
".....I SHOULD LIKE SOMEONE TO REMEMBER THAT THERE ONCE LIVED A PERSON NAMED DAVID BERGER". TRADUZIONE: "Mi piacerebbe che qualcuno ricordasse che una volta visse in quei luoghi una persona che si chiamava David Berger". Cercate i volti di Mara Coblic, di Valentina Zbar, di Eta Halberstam, di Gabor Neumann, di Marina Smargonki, di Edith Frank, di Elly Weisz, di Sara Livshitz, di Renee Albersheim, il sorriso di Gregory Shehtman, di Maryla Albin, le famiglie, i vecchi, gli sposi, i giovani........strappati alla loro terra, ai loro cari, alle loro vite perchè ebrei e guardate i loro occhi prima di ripetere che non sono mai esistiti, prima di disegnare quei fumetti infami ed infangare, uccidere di nuovo tutte quelle persone innocenti. Non dimenticatevi dei Rom, dei perseguitati politici, dei malati di mente, di tutti coloro che rientravano nell'eccidio programmato a tavolino da una cultura, una razza che per decenni non è riuscita a dimenticare le proprie responsabilità e che ancora oggi si chiede come sia stato possibile arrivare a tanto. Leggo le poesie tedesche di ogni secolo, ascolto la musica di Bach e di tanti altri autori, rimango annichilita che un popolo che ha dato così tanto in tutto lo scibile umano, nella scienza come nell'arte, nella filosofia e nella musica, abbia rinunciato ad essere umano per far prevalere l'istinto più bestiale e, non vorrei offendere il mondo animale con quell'aggettivo. Rileggo, studio, ascolto le voci dei testimoni ancora vivi e non dimentico. Non sono ebrea ma come disse Giovanni Paolo II:" mi rivolgo ai nostri fratelli maggiori e chiedo perdono per quello che è stato loro fatto, per quei cristiani che hanno voltato la faccia fingendo di non vedere, non sentire." Chi meglio di lui in Polonia aveva visto e toccato con mano le persecuzioni ebraiche, amici spariti dall'oggi al domani...." La sua visita alla sinagoga di Roma mi commosse e da cristiana fui orgogliosa del suo gesto, delle sue parole. Come oggi sono inorridita di fronte all'ennesimo attacco. L'antisemitismo non è morto ne in Europa ne nel resto del mondo. Come il fuoco appena incontra l'ossigeno dell'intolleranza riprende a bruciare, distrugge ciò che di meglio l'uomo ha fatto dell'uomo: la sua pietà, sete di conoscenza, la sua curiosità ed amore per il nuovo, il desiderio di avventurarsi in paesi e conoscere popoli e culture per arricchire la sua umanità, la sua esperienza, per scambiarsi conoscenze e migliorare la propria vita. A David Berger dico idealmente: " Ti ricorderò sempre!". A chi mi leggerà chiedo di approfondire l'argomento, di non dimenticare!

3 commenti:

  1. Condivido in pieno le tue parole, anzi ti dirò di più: proprio perchè sono talmente consapevole dell'enorme tragedia vissuta dagli ebrei nel passato che, nonostante la politica odierna di che sta al governo in Israele sia spesso arrogante, provocatoria ed irresponsabile, io guardo sempre con molta comprensione questo popolo, riuscendo comunque a comprendere, se non proprio giustificare, tutte le strategie messe in atto per non permettere mai più a nessuno al mondo di torcere loro neanche un capello!

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  2. Per lavarsi la coscienza e levarsi di torno i sopravvissuti alla fine della Seconda Guerra Mondiale hanno dato agli Ebrei quella striscia di terra che oggi conosciamo come Israele: Ben Gurion ha dato inizio a quella politica devastante e deleteria spostando a forza gli arabi che vivevano in quelle terre. Ha reso nemici famiglie che fino a poco prima erano coalizzate contro gli Inglesi che governavano quella zona, ha sradicato le persone senza dar loro un'alternativa e fomentando quell'odio ed una reazione che successivamente ha preso il nome di Intifada. C'è un sito che si chiama -360 km2 of chaos- che una ragazza palestinese di Gaza tiene per far conoscere al mondo come vivono i giovani oggi, senza futuro, claustrofobicamente chiusi in casa ed obbligati a vivere in una terra da cui vorrebbero fuggire, che usano un farmaco, il tramadolo potente antidolorifico , conosciuto in ospedale per placare il dolore delle ferite dopo i vari bombardamenti e usato dai soldati all'inizio e poi dai civili. Un farmaco che stordisce, facendo loro dimenticare dove vivono. La ragazza è tra i fortunati che possono comunicare con il mondo esterno tramite Internet, studia, vorrebbe andare a studiare all'estero ma, ci sono invece ragazzi meno abbienti che ascoltano la musica rap alla radio e comprano CD sottobanco e, non avranno facilmente occasione di sfuggire a quel destino di guerra e di odio preparato per loro dalle Nazioni Unite nel lontano 1948. Mio padre ha visto passare il confine in treno e fermarsi qualche ora per rifocillarsi in attesa della coincidenza, quando stava per scoppiare la Guerra dei Sei giorni tra Israele ed Egitto nel 1967, decine di giovani ebrei europei che avevano lasciato la pace e la tranquillità della loro vita per raggiungere Israele. Andavano a combattere per far sopravvivere quello Stato così giovane e nato sotto i cattivi auspici. Ricorda ancora i loro canti, i loro volti, i loro sorrisi incoscienti, come io ricordo quelli dei palestinesi che desiderano combattere o, fuggire per vivere in pace senza seguire una fazione o un gruppo come Hamas. L'odio è concimato così bene da non lasciare che esigui spazi alla speranza in quella terra martoriata. Vorrei andare a Gerusalemme un giorno, con mia figlia, e visitare una città sacra per tre fedi religiose e non rischiare di saltare, mangiando una pizza, per aria. La religione ed interessi economici, odi storici provenienti da così lontano da risultare anacronistici, hanno distrutto generazioni di uomini e donne e l'olocausto sembra non aver insegnato molto ne agli ebrei ortodossi ne al resto del mondo. Pensa che gli ebrei stessi più oltranzisti hanno assassinato Rabin per punirlo di aver stretto la mano ad Arafat e di aver desiderato e lavorato per la pace, quella stessa che non riescono a conoscere da centinaia di anni. Io continuo ad ammirarli ed a sostenerli con il cuore ma, a volte e così difficile capire i loro passi, le loro scelte. Come disse un giorno Giovanni XXIII riferendosi al popolo bulgaro presso cui aveva operato per conto del Vaticano come nunzio apostolico: ovunque abiterò troverete delle candele alle mie finestre per indicare che lì ci sarà sempre una porta aperta, potrete contare sul mio aiuto e la mia ospitalità. Così penso anch'io a proposito del popolo ebraico, più in generale di qualsiasi essere umano che abbia bisogno d'aiuto. Questo ho visto fare ai miei genitori e per me è naturale continuare per questa strada. Oggigiorno bisogna fare attenzione più di qualche decennio fa, ma l'istinto ed una buona capacità di comprendere chi ho davanti a me, derivata dal mio lavoro, dovrebbe aiutarmi.Quello che ho scritto non è un buon proposito ma una scelta di vita ben precisa. Leggere di esplosioni di antisemitismo, del negazionismo strisciante, dell'intolleranza generale che infetta il quotidiano travestita da prudenza e luoghi comuni mi avvilisce.

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  3. Conosco anch'io la storia della nascita di Israele e tutto ciò che ne è conseguito, fino alle vicende degli ultimi giorni. Ma proprio come te, anche se critico aspramente l'atteggiamento degli ultraoltranzisti, io continuo a sostenere gli ebrei col cuore, sempre e comunque.

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