Scende la sera, immobili sono i prati. Il gorgogliare del ruscello assetato silente tutto il giorno si leva di nuovo. Abbandonata è la quasi falciata pianura, silenziose le stoppie..........E lontano sul puro orizzonte vedi pulsante per la prima stella il liquido cielo sopra la collina.

mercoledì 11 agosto 2010

Eclisse

Undici anni fa un'eclisse di sole aveva trasformato la luce del giorno, nel luogo dove vivevo, simile ad una luce al neon. A mezzogiorno le pietre del selciato, i muri delle case, la pelle delle braccia e delle mani, avevano assunto una luminosità irreale, metallica e diafana allo stesso tempo. L'intensità della luce del sole era calata ma nell'emisfero nord in cui mi trovavo, latitudine 46°, questa stella così importante per il genere umano ed il nostro pianeta, non era completamente oscurata dalla luna. Uno spicchio dell'astro, come di un grosso limone bitorzoluto, rimaneva libero e, solo in altri luoghi del pianeta si sarebbe verificata la totale assenza della sua luce. Pur con questo vantaggio il mondo circostante era sospeso, in silenzio, in una realtà innaturale, come se fossi l'unica a camminare per strada. Ricordo il tono sfumato della luce, il rimbombo dei miei passi e quello dei suoni intorno a me, gli sguardi che si lanciavano dal basso verso l'altro le persone che camminavano per le vie di quella piccola città di montagna. Ero in attesa di mia figlia ed il giorno dopo mi sarei sposata, ero felice e calma. Quell'attimo di irreale sospensione tra la luce ed il buio corrispondeva benissimo allo stato emotivo in cui mi trovavo in quei giorni. La luce era la mia gravidanza, il buio quel salto che stavo per compiere nella mia vita di coppia, ricolma di coraggio e senso dell'avventura ma certa che qualcosa poteva guastarsi, rompersi, danneggiarsi, se l'impegno non fosse stato condiviso e gli sforzi unanimi. Con il senno di poi è facile pensare che sentivo nell'inizio l'odore della fine, tuttavia ero così entusiasta di percorrere nuove strade insieme all'uomo che amavo, il mio ventre era colmo di vita e, la mia anima sembrava quello spicchio di limone ancora così luminoso da permettere al mio corpo ed al mio spirito di continuare a muoversi senza paura. Non dimenticherò mai quel momento, a mezzogiorno i rintocchi della campana, gli odori, le voci, i gesti, quella luce irreale, i suoni attutiti e metallici, la calma e completa felicità che si manifestava attraverso i miei passi, il colore del fogliame di un albero che aveva smesso di muoversi perchè perfino la brezza era rimasta in attesa della fine dell'eclisse. Accarezzai il mio ventre camminando e tornai a casa per pranzo. Poche ore fa ho provato invece cosa significa sentirsi strappare la carne di dosso, sto scrivendo per controllare il dolore, permettergli di fuoriuscire dalle maglie della sua prigione senza trasformarsi in un fiume in piena. E' ancora buio, l'alba si sta avvicinando, ho la luce accesa in casa, fuori il mondo sta ancora dormendo e chi può sogna. Io attendo, una telefonata, lo scorrere del tempo, la forza che è in me e fatica ad uscire per inondarmi della sua luce. Accarezzo una fotografia, una maglietta mi rimanda il calore della mia bambina ed aspetto il suo ritorno prima ancora che sia veramente partita. Vorrei vedere attraverso i suoi occhi, essere testimone delle sue scoperte, ascoltare l'entusiasmo uscire dalla sua bocca con quelle risate e con quell'ammutolire tipico dei bambini quando il mondo li sorprende. A loro basta poco per essere felici e, per chi ne ha la possibilità ed il privilegio, assistere al divenire della loro esistenza attraverso piccoli fatti quotidiani è un miracolo che la vita ti dona senza riserve. Rinunciare a questo miracolo quotidiano per i prossimi sette giorni senza un valido motivo, obbligata a separare le esperienze un tempo comuni per la mia famiglia, questa sì che è una vera eclisse! La luce della mia anima per un po' di tempo sarà affievolita, metallica, pallida e priva di quella magia che la felicità e l'amore donano anche alle stanze più buie del nostro spirito. La luce dell'alba sta penetrando attraverso le persiane, devo prepararmi per andare al lavoro, scendere dai gatti a sistemare la loro "tana", riprendere il quotidiano ritmo della vita. Nessuno pensi di aver raggiunto il massimo del proprio limite quando prova un dolore fisico o psichico: anche per i comuni mortali come per gli sportivi i record vanno aggiornati di anno in anno. A presto L., divertiti e ricorda che il mio amore viaggia sempre con te: ovunque tu sia, io ci sarò sempre!

3 commenti:

  1. Stai certa che ciò che fa sentire la tua L. comunque gioiosa è la consapevolezza che la sua meravigliosa mamma le è sempre accanto, spiritualmente ancor più che fisicamente! Rivivrai il suo viaggio al suo rientro, quando accoccolata tra le tue braccia, ti racconterà ancora tutta eccitata delle sue nuove scoperte. Per ora cerca di vivere di felicità riflessa...Ti abbraccio forte, ciao!

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  2. Che dire? Sentimenti così belli e così tristi possono solo farti capire la gioia di vivere in modo pieno la vita.
    Sono sicuro che la gioia del ritorno della tua amatissima L., porterà il calore solare che ti riscalderà.
    Il suono armonioso della sua voce riempirà di felicità il mondo intero e scaccierà il triste buio di questo momento.
    Ora, apri lo scrigno dei ricordi più belli e fatti aiutare a vivere.
    Un abbraccio pieno di energia positiva.
    Ciao

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  3. Mancano due giorni e sarà di nuovo qui e poi i monti se la riprenderanno fino all'inizio della scuola. Ritornerà fra noi ad illuminare ogni istante della vita e questa è la fortuna più grande ch'io abbia mai ricevuto in dono dal cielo. Sta viaggiando con il corpo e con la mente, sta crescendo, è un libro su cui scriverà e verrà scritto il suo divenire. Io sarò testimone e in parte simile ad un'operaia specializzata nella manutenzione della sua formazione psichica e fisica. Il grosso del lavoro lo farà lei ed il mio amore non sarà altro che il carburante per la partenza della sua esistenza, il moto lo imprimerà da sola, la direzione la sceglierà lei. La sua voce: dici bene, il suono della sua voce è ciò che fa la differenza fra una giornata priva di colore e una simile alla tavolozza di Van Gogh, Klimt, Monet, Renoir, Kandinsky messi insieme.

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