Scende la sera, immobili sono i prati. Il gorgogliare del ruscello assetato silente tutto il giorno si leva di nuovo. Abbandonata è la quasi falciata pianura, silenziose le stoppie..........E lontano sul puro orizzonte vedi pulsante per la prima stella il liquido cielo sopra la collina.

sabato 7 agosto 2010

Persefone e Pinocchio

Ho riletto in questi giorni il ratto di Persefone da parte di Ade avvenuto secondo la mitologia presso Enna in Sicilia, in una prateria solcata dall'acqua. Persefone viene chiamata anche Core ed è rapita mentre sta guardando un narciso, pronta a coglierlo. Lo scrittore che interpreta e descrive il mito, Roberto Calasso, così ha visualizzato il momento del ratto: " Core guardava il guardare,stava per cogliere il fiore e fu allora che venne rappita dall'invisibile verso l'invisibile." Core non significa soltanto -fanciulla- ma -pupilla-. E la pupilla come disse Socrate è la parte più eccellente dell'occhio perchè non solo è quella che vede ma perchè è quella dove chi guarda incontra,nell'occhio dell'altro, il simulacro di chi guarda." Quindi la massima di Socrate "Conosci te stesso" può essere tradotta in "Guarda te stesso" e la pupilla diventa il tramite unico della conoscenza di sè. Persefone vide se stessa negli occhi di Ade,incontrò l'invisibile, la morte. Due riflessioni: guardare negli occhi la morte non è quindi solo un modo di dire ed io come infermiera ho avuto spesso questo incontro. Vero è che non osservi solo l'altro in quel momento ma scorgi pure la tua coscienza che incontra la fine della vita e si misura con essa. Hai una relazione profonda sia con il corpo e la mente dell'altro che stai assistendo ed accompagnando, stringendogli la mano od accarezzando la sua fronte in un gesto di pietà, che con te stessa. Scopri se hai paura, cosa provi di fronte a quell'ultimo viaggio in questa vita e, la tua anima compie al contrario una strada che prima o poi dovrai percorrere con i tuoi piedi e non con quelli di qualcun'altro. I tuoi occhi, la tua pupilla, la tua mente scoprono l'invisibile nome poetico dato ad Ade ed alla morte. Seconda riflessione ,meno lugubre, è che gli occhi oggigiorno vengono iperstimolati e sollecitati per sedurre un consumatore potenziale, per leggere e scrivere tramite computer più velocemente quasi avessero paura che ci fermiamo a pensare. Il guardare è finalizzato allo scegliere, cambiare corpo per guardarsi più volentieri, ma lo sguardo rimane in superficie e non va oltre il nostro corpo. Hai notato Ornella che da un viaggio si torna con delle fotografie meravigliose che sostituiscono le nostre vecchie descrizioni. Sappiamo cosa abbiamo visto ma non quello che abbiamo provato nel vederlo. L'occhio è defraudato della sua profondità ed eccellenza: l'anima e la coscienza che le dona il proprio alfabeto. I quotidiani stanno per scomparire perchè le notizie si leggeranno in diretta su Internet, i libri avranno vita più lunga ma il loro destino sembra segnato come la carta stampata. I diari sono informatizzati, digitalizzati ed anch'io ne tengo due, uno cartaceo e l'altro in una pagina del computer. Il tempo ci viene rubato facendocelo percepire più contratto, di breve durata, come un bene di consumo da non sprecare. L'ozio è un peccato mortale, restare seduta ad osservare e sentire il mondo intorno a te su una panchina come ho fatto ieri pomeriggio è uno spreco di risorse. Questto mi rattrista: stiamo perdendo i nostri ritmi e quelli della natura a favore di un vivere ad una velocità che pare farci guadagnare tempo ed opportunità ma invece snatura la nostra percezione del reale e, non ci consente di approfondire quello che siamo e sentiamo.Il ratto di Persefone mi è sembrato simile al rapimento della nostra vita a favore dell'ideale virtuale che possiamo ricreare sul computer per vivere meglio o diversamente una realtà che ci sta troppo stretta. Simulare è diventata un'azione paragonabile al vivere, sostituisce la vita stessa e la snatura cambiandone i connotati. Non è più una metamorfosi quella che affrontiamo ma un travestimento come per gli attori di un'opera teatrale con maschere, trucchi abiti meravigliosi che alla fine gli artisti si tolgono usciti di scena. Noi, invece, continuiamo ad indossare quegli abiti come una seconda pelle perchè pensiamo che la vita vera abiti tra quelle quinte e non scendiamo più dal palco. In cosa ci vogliono trasformare? In pupi? Solo Pinocchio è riuscito a scappare da Mangiafuoco ed aveva la Fata Turchina come alleata.

2 commenti:

  1. Per quel che mi riguarda, quando guardo una foto, che sia recente o di tanto tempo fa, io non rivedo semplicemente quei luoghi o quei visi, ma faccio una sorta di tuffo dentro la foto, rivivendo le emozioni di quel momento. Ecco perchè le foto spesso commuovono, suscitano tenerezza, fanno ridere o rendono triste chi le guarda. La foto non è una semplice, asettica cartolina, è una nostra emozione trasformata in immagine.
    Per quanto riguarda il simulare, poi, è un'attività che non mi riesce proprio. Forse è un mio limite, ma non so mentire, non chiedetemi di farlo perchè non ci riesco, si vede e si sente ad un miglio di distanza che sto mentendo. Quando squilla il telefono e qualcuno mi dice " Di' che non ci sono!" ebbene io preferisco non rispondere proprio perchè tanto l'altro si accorgerebbe subito, dalla mia mancanza di disinvoltura, che sto dicendo una bugia! A casa mia fin da piccola venivo chiamata "la bocca della verità", e non ti dico che imbarazzi ho creato nei miei genitori quando loro affermavano qualcosa con qualcuno ed io candidamente li sputtanavo!:-D

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  2. Hai ragione: ci sono fotografie, penso a quelle di H.Cartier Bresson, Ferdinando Scianna, Salgado...Martine Franck.... che parlano attraverso il tempo e lo spazio. Poco importa se non ti dicono quello che i fotografi volevano suggerirti, parlano comunque e le emozioni scorrono copiose nei tuoi occhi resi liquidi mentre le osservi. La fotografia sa cogliere il mistero della vita, la parte inattesa della realtà che costantemente ci sorprende, ci spiazza. La fotografia può essere un'opera d'arte in questo senso. Per noi comuni mortali è la memoria dei fatti vissuti, delle emozioni, delle persone che abbiamo amato od incontrato, del tempo che passa cristallizzato in quel sorriso senza rughe, di un attimo che avremmo voluto essere eterno perchè ci ha donato felicità e la fotografia l'ha fissato per sempre diventando una chiave per riviverlo, aprendo le porte misteriose del nostro inconscio. La superficialità di cui parlavo era riferita alla perdita, all'abbandono dell'uso della parola scritta e detta per descrivere ciò che la foto immortala. Un viaggio ora è commentato da un collage di immagini e raramente il commento è compreso nel vissuto di quell'operazione magica. La foto è immobile e fissa come uno sguardo sorpreso o sconcertato da tanto silenzio. Basterebbe una parola, una dedica, come nelle mostre fotografiche e potremmo sbizzarrirci a pensare cosa stava succedendo mentre il fotografo scattava la foto, anche inventando una situazione non aderente alla realtà vissuta. Temo che le fotografie tolgano alle corde vocali ed al pensiero l'esercizio necessario per tradurre la realtà in cui viviamo e renderla una testimonianza attiva e non passiva. Siamo invasi dalle immagini ed è anche per questo che sul mio blog non ne vedi E' disarmante mentire ad un ammalato sulle sue reali condizioni di salute. I medici e la deontologia professionale lo pretendono ma i miei occhi difficeilmente sanno mentire così bene. Nella vita di tutti i giorni mi sono sentita in dovere di far sembrare tutto lieve e piacevole. Ho vissuto la realtà desiderata da altri ed ora mi sto riapprpriando della mia vita scoprendo che quello era il modo peggiore per amare ed essere amata. A volte una menzogna può recare meno dolore ma l'abitudine a mentire ci uccide dentro, l'anima si disperde goccia a goccia lasciandoci in piedi simili a marionette senza vita, attaccati con dei fili ad un teatrino che non ci appartiene. Ora so perchè non ho mai amato il Carnevale, è una festa triste che usa l'allegria come maschera principale, protagonista assoluta di una menzogna collettiva senza futuro.

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