Scende la sera, immobili sono i prati. Il gorgogliare del ruscello assetato silente tutto il giorno si leva di nuovo. Abbandonata è la quasi falciata pianura, silenziose le stoppie..........E lontano sul puro orizzonte vedi pulsante per la prima stella il liquido cielo sopra la collina.

domenica 19 settembre 2010

Una fotografia


Quando ti poni delle domande e cerchi le risposte giuste a volte non le trovi non perchè le domande siano sbagliate ma semplicemente perchè le risposte non esistono. Accettare questa semplice verità cambia la prospettiva della tua vita o quello che provi. Restare immobili ad aspettare che succeda qualcosa non ti cambia la vita, reagire in un qualsiasi modo, invece, la spinge a rinnovarsi od a riprendere un cammino interrotto. Sono nata nel paese dalle vette imponenti e se non credi in Dio ritrovandoti lassù, tra il cielo e la terra, percepisci perlomeno il senso del divino, sai che non sei sola e le ali di un'aquila, i sassi che si staccano dalla parete rocciosa al passaggio di un camoscio o di una slavina, ti fanno percepire l'infinito divenire dell'esistenza. Respiri in maniera diversa, avverti la presenza del cielo, lo tocchi e sai che non stai sfidandolo se apri il palmo della mano e con le dita sfiori l'aria sopra la tua testa. In quei luoghi impari ad amare tantissimo la libertà, a rispettarla, più sali meno cretini incontri perchè quel genere di persone non amano faticare per raggiungere una qualsiasi meta, figurarsi la cima di una monte. Ci sono a volte delle croci per ricordare che qualcuno è riuscito tanto tempo fa a salire fin quassù: o per ricordare la morte di un giovane che ha sfidato se stesso e gli elementi della natura abbracciando il destino ed il gelo, sfracellandosi sul granito luccicante per la pioggia o per la neve. Non è bello morire cadendo per 800 metri od affogando in un torrente gelato in canoa, morire giovani lo è ancora meno. Tuttavia chi è riuscito a sopravvivere ad un incidente di montagna ricorda il freddo e l'abbraccio del sonno che intorpidisce il cervello dopo che le membra si sono separate dall'anima a causa dello stesso gelo. Ti addormenti e vorresti restare sveglio perchè comprendi che da quel sonno non ti risveglierai più. Ci sono cappelle piccolissime, piene di fiori, con la Madonna dipinta e non Gesù crocefisso, quasi a ricordare che la Madre di Dio è sempre disponibile ad ascoltare le nostre preghiere e la pietas fa parte della sua natura mentre il crocefisso richiama al sacrificio del figlio e la gente di montagna spera sempre nel ritorno del proprio figlio e, non li chiama morti ma li definisce scomparsi fino a quando non ritrova il corpo da seppellire. Le leggende si sprecano su uomini trasformati in aquile o stambecchi, su eremiti che non vogliono più scendere a valle perchè lassù hanno trovato le loro risposte. Quando con le mani accarezzi il cielo ed il tuo corpo è indolenzito, il respiro s'accorcia e gli occhi diventano fessure per la luce intensa che li colpisce, il cervello chissà forse perchè è iperossigenato funziona meglio, sei più lucido. Scopri che quello che cercavi è sempre stato dentro di te. Ci sono fiabe e leggende che narrano di presenze che si suppone abitino nei boschi. Pare che ti camminino a fianco senza farsi vedere ne sentire come le volpi. Tra la magia delle credenze alpine ed il senso dell'eternità che la roccia ti infonde perfino calpestandola sotto i piedi, od il cielo ti fa percepire tra le dita , che il vento rimanda abbracciandoti fino a farti sentire parte di quella magnificenza, sai che esisti, che sei viva. La storia della terra con i suoi milioni di anni riduce il dolore e le angosce ad una poltiglia informe o li fissa come i resti fossili tra le pietre spaccate dal gelo. Ci sono colori ed ombre che ti porterai sempre con te, la profondità di un lago alpino, il colore dei fiori e dell'erba, i cristalli che calpesti camminando e che fanno brillare i sentieri percorsi di solito solo dalle capre, stretti e scoscesi. C'è un luogo in particolare oggi Parco Naturale che si chiama Alpe Veglia, con un monte il Leone il cui ghiacciaio si è ridotto enormemente negli ultimi 20 anni ma mantiene intatta la sua maestosità. Presso la bocchetta d'Aurona trovi dei laghi formati dal ghiaccio di un verde smeraldo da sembrare dipinti ed il sole in estate rimanda alle narici profumi di erbe aromatiche e fiori che non vorresti mai lasciare ne dimenticare. Vorrei essere lassù tra quelle rocce affilate e modellate dalla pioggia e dal vento per scrivere nella mia anima la storia che verrà e dare alle risposte quel senso necessario per capire quali sono le domande veramente importanti e quelle da far rotolare giù fino a valle con i detriti che raggiungeranno il mare. Se penso che una fotografia mi ha fatto provare tutta questa nostalgia forse avevano ragione gli Indiani d'America quando prospettavano che essa rubasse l'anima del soggetto fotografato, quindi anche quella di un luogo. Ho sfiorato i contorni della foto che allego a questo post, l'ho osservata attentamente ed all'improvviso eccomi lassù a rabbrividire per il freddo e la maestosità dei larici contorti, il fiato corto e la felicità che alleggerisce lo spirito, i muscoli tesi, la pelle tesa e fredda, sottile come la sensazione di appartenere non solo a quello spazio tra cielo e terra ma all'universo intero.

3 commenti:

  1. Sì, però io preferisco il mare! Infatti, delle due foto, mi affascina di più quella del post precedente. Non c'è niente da fare, ognuna di noi si porta dentro la Natura che l'ha vista nascere e poi crescere. Tuffarsi e nuotare in acque limpide e poi crogiolarsi al sole sulla sabbia calda, ad occhi chiusi mentre la risacca ti fa dolcemente da ninna nanna...., ecco quello è il momento in cui penso "Signore ti ringrazio". :-D

    RispondiElimina
  2. Il mare mi evoca il sublime. Nuotare al largo, ascoltare il suono della risacca a riva rilassa ed infonde una tale pace da non voler più ritornare al tempo presente. Non so se sia vero oppure no ma il mare ti rammenta i nove mesi trascorsi nel ventre materno, respirare in montagna dopo aver camminato per 8-10 ore ti ricorda il momento della nascita, la fatica di imparare a respirare, la fame, il nuovo elemento, l'aria e, lo spazio in cui muoversi enormemente dilatato. Al mare dicono che difficilmente ti rilassi, lo iodio stimola la tiroide e per i temperamenti nervosi è sconsigliato. La montagna, se cammini per raggiungerla senza usare i mezzi di trasporto, annienta qualsiasi temperamento nervoso per stanchezza oltre che per l'iper ossigenazione cellulare. Aumenta l'appetito e dormi come un ghiro senza riuscire a leggere prima di dormire ne quasi a vestirti per la notte. La montagna regola il mio bioritmo, mentre il mare è talmente affascinante da ammaliarmi e convincermi che sveglairsi presto è l'unico modo per apprezzarlo. L'alba sulla riva del mare è splendida, in montagna invece preferisco la sera dopo il tramonto quando il cielo non è ancora così scuro e le stelle più luminose cominci a scorgerle in lontananza, i contorni delle montagne sono ancora visibili e puoi permetterti di fare una passeggiata. Con mia madre cenavamo presto apposta per poter uscire e camminare all'imbrunire. A 1700 metri di altezza la notte sembra non voler mai raggiungerti se non dolcemente e le luci intorno sono rare quindi vedi benissimo il cielo sopra di te. I suoni sono attutiti e se hai un lago vicino, anche artificiale ,il cielo si specchia in esso anche di notte e non solo per la luna piena perchè la Via Lattea può diventare un fascio di luce ugualmente potente. Ho assistito anche ad un'eclisse di luna con il disco rosso scuro e le stelle intorno simili a tante pile. L'acqua dei laghi diventa nera e l'immobilità è rotta solo dal suono dei torrenti e delle cascate vicine. Comprendo come possano nascere certe leggende, perchè si pensi che le fate e gli gnomi abitino i boschi di conifere. Un ramo che si spezza sotto le zampe di un animale lo senti e lo vivi come fosse magia. Gli alberi poi sembra che ti parlino quando il vento muove le fronde. Io non ho mai avuto paura della notte, i pericoli maggiori li ho vissuti in pieno giorno. Certo non giro per le strade di una metropoli all 3.00 di notte, ma in alta montagna credimi è magnifico. A settembre ti svegli al mattino circondata da una nebbiolina che il sole di lì a poco farà scomparire. Insomma amo il mare con tutta me stessa ma è la montagna che ho nel sangue e tutto dipende dalle nostre radici. Io ringrazio il Signore per il pianeta in cui vivo, lo amo tantissimo, e l'idea che il nostro futuro ci riservi per sopravvivere di emigrare in altre galassie o di vivere su stazioni orbitanti intorno alla terra o presso i pianeti più vicini mi intristisce alquanto. A me non capiterà di certo ma tra qualche generazione chissà. Lasciare il pianeta blu, che nostalgia avrei......ma per ora fortunatamente è solo fantascienza!

    RispondiElimina
  3. Sentimenti così profondi scaturiscono solo se dentro di tè esiste quello che io chiamo terza dimensione.
    Momenti magici mi portano emozioni che mai dimenticherò.
    La montagna è fantastica per la tranquillità che ti dona, il mare è meraviglioso per l'immensità misteriosa che ti avvolge.
    Sicuramente è lo stato d'animo che riusciamo a trovare in quei momenti che ci rivela la vera forza della vita.
    Un abbraccio
    G.

    RispondiElimina