venerdì 4 maggio 2012
Io dissi alla mia anima
Taci e lascia che scenda su di te la tenebra
Che sarà la tenebra di Dio.
Come in un teatro si spengono le luci
Per cambiare la scena con cupo rombo
D’ali con moto di tenebra
Su tenebra
E noi sappiamo che le colline e gli alberi
Il panorama lontano
E l’ardita facciata imponente
Tutto viene arrotolato via –
O come quando un treno sotterraneo
Nella metropolitana si ferma troppo a lungo
Tra due stazioni e la conversazione
Sorge per poi a poco a poco
Perdersi e svanire nel silenzio e vedi
Dietro ogni faccia spalancarsi
Il vuoto mentale lasciando soltanto
Terrore cosciente che non ci sia nulla
A cui pensare; o quando sotto l’etere
La mente è cosciente ma cosciente
Di nulla – Io dissi alla mia anima
Stai quieta e attendi senza speranza perché la speranza
Sarebbe speranza per le cose sbagliate; attendi
Senza amore perché l’amore
Sarebbe amore per le cose sbagliate; resta
La fede ma la fede e l’amore e la speranza
Sono tutti nell’attendere. Attendi
Senza pensiero, perché tu non sei pronto
Per pensare: così la tenebra
Sarà luce, e la quiete la danza.
(T. S. Eliot, Quattro quartetti, East Coker, III)
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